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Dominò la Grecia intera e poi estese le sue conquiste all'Asia, creando in poco più di dieci anni un impero sconfinato che andava dall'Egitto all'India: Alessandro Magno fu il più grande conquistatore e stratega dell'antichità. Coraggioso fino alla temerarietà, nobile d'animo e violento allo stesso tempo, solo la morte, a 33 anni, gli impedì di completare il sogno di un impero universale. Il suo non fu però un assoggettamento totale dei popoli conquistati: con Alessandro si verificò il primo caso di sincretismo tra la civiltà egemone, occidentale, e quelle sottomesse, orientali; una fusione tra culture, costumi e società differenti, senza che nessuna risultasse dominante. Ebbe così inizio l'età ellenistica (ingiustamente oscurata dagli storici fino a poco tempo fa), che nel corso dei secoli trasformò la civiltà del Mediterraneo in un crogiolo di culture, saperi e religioni frutto dell'assimilazione e rielaborazione dei reciproci influssi di Oriente e Occidente.